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Deadpool kills the Marvel Universe

Deadpool_Kills_the_Marvel_UniverseComics americani degli ultimi anni penso di non averne letto praticamente nessuno, forse la cosa più recente è stata la storia di Spidey relativa al 9/11.
Mi approccio a questa mini di Deadpool carico di speranze perché ho letto in giro che Deadpool fa ridere e che la storia in questione si riesce a leggere tutto d’un fiato anche se non si conosce a menadito la temibile continuity Marvel.
Il titolo, alla facciazza di chi teme spoiler, è molto più che programmatico: c’è Deadpool che, uh, uccide l’intero universo Marvel.
Uno si aspetta azione, sagacia, un paio di splash page buttate lì per mostrare quanto si è bravi a disegnare, qualche zinger e un botto di violenza.
E invece la mini risulta noiosa, molte delle uccisioni avvengono fuori campo o in modo piuttosto stupido (l’unica sensata è quella del tessiragnatele – e stiamo parlando dell’intero universo Marvel). Deadpool poi non riesce a dire una battuta che sia una che riesca a strappare non dico una risata, ma almeno una smorfia, un sorriso, niente. Da pistolarsi il glande.
E i disegni sono pessimi.
In definitiva: sceneggiatore più incompetente di un ragazzino delle medie (il finale mi sembra un’idea che può risultare geniale solo ad un adolescente), sviluppo noioso (la menano per 4 numeri con un’idea che ne regge al massimo un paio) e disegni decisamente scadenti.
Appunto mentale: meglio tornare alla Marvel delle origini.

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Spider-Man 1962-2002: Le storie più belle

Premessa: queste secondo me non sono le storie più belle dell’Uomo Ragno. Secondo me c’è decisamente di meglio, altrimenti non si spiega come un personaggio del genere sia entrato così violentemente nell’immaginario collettivo.
Leggendo l’introduzione di Lupoi, si capisce anche che non si tratta certo delle storie più belle, ma di quelle che meglio si prestavano al volume.
Lo scritto di WM5, invece, devo dire che fa piuttosto pena: scrive l’introduzione ad un volume di cui manco ha letto tutte le storie.
Una nota relativa al contenitore, prima di passare al contenuto: la qualità del volume che ho per le mani è decisamente scadente: la copertina si è scollata quasi subito e si son staccati dei blocchi di pagine (e io sono uno di quei maniaci che i libri non li apre neanche troppo per non rovinarli).
Vabbè, smettiamo con la polemica generica e iniziamo con la polemica specifica. Singole storie:  “Il capitolo finale”, “Goblin vive!”. “E la morte verrà”, “La distruzione che striscia”, “Nessuno uscirà vivo di qui” e “L’Uomo Ragno 11/9/01”.

Il capitolo finale
Il pacco di questa storia è già insito nel titolo: è il capitolo finale di una storia un attimino più articolata. Ma si presenta come prima storia di questo volume. Tant’è. Il succo del discorso è che a noi non frega una Pippa Middleton del perché e del percome siamo giunti a questa situazione. Vediamo Spidey intrappolato sotto le macerie, esausto, in un rifugio subbbacquo (Vulvia, perdonali, perché non sanno quello che fanno) che si sta allagando. Con un pippone sul senso di responsabilità, l’immedesimazione del lettore è garantita. Ogni 2 vignette l’UR ricorda che è stanco morto, affronta gli uomini del dottor Octopus (cioè, arriva a prenderle per cinque sei minuti per RIPOSARSI! poi dice “Ok, meglio restituirne un po’ prima che mi gonfino come una zampogna”), insomma, sforzi immani per salvare la vita di sua zia May. Inoltre, si fa mollare dalla morosa e contratta con JJJ per il prezzo delle foto. Alla fine riesce ad andare a casa a fare un sonnellino e a riprendersi.
La storia più intensa dell’intero volume.

Goblin vive!
Che fare quando il padre del tuo migliore amico è il tuo peggior nemico? Non è la trama di una brom-com, è la situazione in cui si trova il povero Peter Parker nei confronti di Harry Osborn e di suo padre Norman (quello con un simpatico armadillo in testa). La situazione è spiegata brevemente fin dalla prima pagina. L’Uomo Ragno era riuscito a sconfiggere il Goblin e a far dimenticare a Norman Osborn la sua identità malvagia, ma i ricordi latenti spingono per risalire a galla. Nelle pagine successive scopriamo che, oh, succede davvero! E l’Arrampicamuri deve fronteggiare di nuovo uno dei suoi avversari più temibili, senza poterlo eliminare fisicamente (è pur sempre il padre del mio BFF). Long story short: usa una zucca con la droca dentro e gli fa perdere di nuovo la memoria.

E la morte verrà
Solite scaramucce tra l’arrampicamuri e il tentacolare Doctor Octopus (il re della mano morta in autobus). Dopo aver preso un paio di sonore mazzate, Spidey si inventa una sostanza per far impazzire i tentacoli di Doc Ock. Geniale. Cioè, il tuo avversario è un pazzo che ha in mano una sorta di arma micidiale e tu provi a farla impazzire ancora di più? Infatti l’idea si rivela meno buona del previsto, dato che ad un certo momento i tentacoli impazziti iniziano a spaccare tutto (ma no! non mi dire!). Siccome lo scontro avviene su un tetto, alcuni mattoni si staccano e un bambino sta per essere colpito. Il capitano Stacy lo salva, ma rimane mortalmente ferito. Prima di morire, rivela all’UR di sapere la sua identità segreta (“Leggo anche io il tuo fumetto, sai” è una delle vignette censurate in questa storia) e gli affida sua figlia Gwen. “Tranquillo, è in buone mani. La proteggerò da tutti i pericoli, cosa le potrà mai capitare? Tipo che un idiota vestito come uno hobbit la butti giù da un ponte e io le spezzi il collo per salvarla?”. Ma dai.
Spoilerino: la morte è venuta. E si è presa il capitano Stacy. Si era capito questo, vero?

La distruzione che striscia
Disegnato in maniera orripilante (oh, ma schifo proprio!) da Todd McFarlane, l’Uomo Ragno va in cerca di sua zia May, ma deve salvare moglie e figlia di Lizard da Lizard. Ora, non è che esiste una donna sana di mente che decida di sposarsi con una lucertola antropomorfa (anche se esistono i furry, ma meglio non pensarci): si è sposata con Curtis Connors, l’uomo che per un incidente è diventato Lizard (anche voi, ma state attenti alle persone con le iniziali del nome e del cognome uguali. Si sa che menano rogna: o diventano dei supereroi o dei supercriminali). Insomma, in mezzo ad una NY incasinatissima non-chiedetemi-perché-sarà-per-qualcosa-spiegato-benissimo-in-continuity-ma-io-ho-letto-questo-mica-tutti-gli-albi-precedenti, l’UR vede sta roba verde piuttosto incazzosa che cerca di scuoiare la moglie e il figlio del suo alter ego (sai com’è, a diventare una bestia verde uno diventa anche particolarmente di malumore – Hulk, sto parlando con te). Il tutto si risolve facendo rinsavire Lizard (più che altro, facendolo tornare umano) e in pratica lo fanno divorziare per essere sicuri che non faccia più del male alla sua famiglia. E il resto del mondo? Macchissenefrega, fintanto che gira gli alimenti. Non sei tu, sono io. Morale: non c’è mostro che una buona causa legale non metta al suo posto.

Nessuno uscirà vivo di qui
L’Uomo ragno cazzeggia sopra i tetti come al solito e vede una mamma con sua figlia che stan per essere coinvolte da un’esplosione. Lui che fa? Ovviamente si tuffa a salvarle, solo che muore. Oh, così. Mica sarà la prima volta (e non penso neanche l’ultima). Insomma. Il problema è che muore pure sta bambinetta.
L’UR (o, meglio, il suo fantasma) dice che non è giusto e si lamenta con la morte e con Thanos (il supercattivo con un nome che sembra quello di un ristorante siculo-americano gestito da mafiosi – oh, solo a me viene in mente “Tano da morire”?).
Scazzottatina tra i due e poi facciamo pace, dai, risorgete entrambi.
Ah, spoilerino: il titolo mente. Alla fine escono tutti vivi di qui (ma qui dove?).

L’Uomo Ragno 11/9/01
Anche l’Uomo Ragno ha il suo Black Album.
Questa non è una vera storia dell’Uomo Ragno, ma un insieme di riflessioni sull’accaduto, fatte dal protagonista. Altri mutanti di varia natura si intravedono tra le macerie di Ground Zero a dare una mano e ci sono pure un paio di cattivoni che versano una lacrimuccia. Ok, è la rielaborazione di un lutto grosso come una casa (come una torre? – ba bon, niente battute sull’argomento) dal punto di vista dell’universo Marvel. Il succo è più o meno che nemmeno i supereroi possono prevedere certe follie, ma almeno la conclusione è che se il mondo fosse un posto più equo, certe cose non succederebbero (per fortuna non sono arrivati a conclusioni tipo l’Holy Terror di Miller).

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Amazing Spider-Man #3

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Il simpaticissimo Otto Octavius, versione Marvel di Elthon John con una scodella in testa degna dei ragazzini saputelli dei film e delle pubblicità delle merendine, è un brillante scienziato. Ha inventato un corpetto con annesse due paia di braccia robotiche che comanda con delle praticissime manopole. In questo modo puà manipolare oggetti pericolosi senza toccarli direttamente. Infatti lavora in una centrale nucleare. Per favore, va a spiegarglielo tu il concetto di radiazioni, che non è che se l’uranio non lo tocchi non ti faccia niente, eh.

E infatti, un piccolo incidente fa esplodere il nucleo e il buon dottor Octopus (così soprannominato dalle colleghe per la sua famosa mano morta tentacolare) si ritrova con le braccia meccaniche saldate al corpo. Il vantaggio è che le può controllare con il pensiero.

Doc Octopus non la prende proprio bene e sequestra l’ospedale dove era curato.

Viene chiesto ai Fantastici Quattro un aiuto, ma guarda, non possiamo proprio, abbiamo un sacco di impegni, una rivista tutta nostra, la Donna Invisibile ha il ciclo invisibile che ogni mese Reed Richards ha paura che sia gravida e Ben è intrattabile e la Torcia Umana ha una leggera infiammazione che non gli dà tregua.

JJJ chiede a Peter di fare un po’ di foto a questo fenomeno da baraccone. L’Uomo Ragno quindi va ad affrontare il suo nuovo nemico e ne prende un sacco.

Demoralizzato, Peter pensa che siccome le ha prese una volta, l’Uomo Ragno è sconfitto per sempre, è ora di attaccare il costume al chiodo.

La Torcia Umana, nel frattempo, visto il suo problemino di accensione, si rende utile facendo un discorso al liceo di Peter, una roba del tipo se andate nello spazio non proteggetevi dai raggi cosmici, così diventerete fichi anche voi. E se avete dei superpoteri siete automaticamente più superfichissimi di tutti gli altri.

Peter pensa che alla fine un paio di legnate ci possono anche stare nella vita di un supereroe.

La Torcia ha appena salvato un mensile partito giusto da un paio di numeri (e senza neanche saperlo).

Spidey, gasato e carico, va dal Dottor Octopus e lo mena, consegnandolo alla giustizia.

E poi, niente, la storia finisce così.

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Amazing Spider-Man #2

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Doppia storia anche per questo numero del tessiragnatele. In "Duel to the Death with the Vulture!" possiamo assistere alla pacatezza di toni tipica dei titoli Marvel. In realtà, più che un duello mortale, quello tra l'Avvoltoio e l'Uomo Ragno è poco più di una scazzottata.
Peter Parker (ma non si chiamava Peter Palmer?) ha finalmente un'idea degna di tal nome: fotografare da vicino le persone famose che gli altri reporter no nriescono a fotografare. Se la prima immagine che può venire in mente è quella di un Fabrizio Corona (esisterà un Fabrice Crown nell'universo Marvel?), P.P. non è che gli assomigli poi molto. Per essere sicuro ma proprio proprio sicuro, invece di fotografare gli attori famosi o le modelle scosciate mentre portano a spasso il cane e indossano la tuta che gli sta male e si vedono i rotolini e la cellulite che guarda, è uno schifo, che meno male che pure le modelle hanno la cellulite sennò povere le ragazze comuni che poi c'è tutto il problema del mondo della moda che vuole solo le anoressiche che basterebbe poco a risolvere i problemi. Insomma, siccome si tratta di un campo minato, Peter decide di unire l'utile al dilettevole: prima fotografa da vicino i supercriminali (per vendere poi le foto a JJJ, ben gli sta) e poi li prende a cazzottoni in maniera molto atletica.
Questo Avvoltoio ha il superpotere (che poi scopriamo non essere proprio un superpotere, quanto piuttosto un superbarbatrucco) di volare. E di indossare un costume orrendo che metta bene in risalto contemporaneamente la sua alopecia incipiente (in realtà è proprio pelato. E ha pure una faccia piuttosto orribile) e il suo cattivo gusto in fatto di abbigliamento (per dire, non distingueresti un cosplayer dell'Avvoltoio da una Drag Queen che sfila al Gay Pride).
L'Uomo Ragno si aspetta che il gaglioffo voli facendo qualche rumore, almeno con la bocca. Ma dalla bocca di questo atletico vecchino non esce alcun suono, al limite qualche sputazzo quando parla o quando mastica con la bocca aperta.
Infatti sorprende il nostro eroe con un giro della morte e un calcio nel deretano.
L'avvoltoio scappa e Peter vende le foto ravvicinate a JJJ (dicendogli che vuole rimanere anonimo).
Il pelatone prepara un altro colpaccio inaspettato, ma l'Uomo Ragno si prepara con un contro-barbatrucco.
L'Avvoltoio esce dalle fogne per fare il suo furto, ma si trova a dover affrontare l'implacabile fotografo nemico del male.
Si scazzottano un po' in aria, l'Uomo Ragno estrae un congegno da lui inventato (un inverter anti-magnetico! wow! ne voglio uno anche io! che non ti dico il dramma dell'UR quando si ritrova col bancomat inservibile) e annulla le capacità di volo dell'Avvoltoio. Entrambi cadono, ma si sa che con un po' di ragnatela e la capacità di arrampicarsi sui muri, l'UR non cade mai.
L'Avvoltoio viene portato via dalla polizia, mentre Spidey spiega che visto che l'Avvoltoio volava senza rumori, immaginava che ci fosse di mezzo il magnetismo.
Bene, geniale, direi. A parte che se fossi nei panni dell'Avvoltoio (dopo essermi fatto un esame di coscienza SERIO sul mio senso estetico), compirei i miei attacchi con una radiolina che fa una riproduzione continua del rumore di un motore, in modo da non destare nessun sospetto.
Cioè, siamo nell'universo Marvel, dove tu ti attacchi ai muri perchè sei stato mozzicato da un ragno, c'è gente tipo i Fantastici 4, di lì a poco salta fuori tutta la cricca degli X-Men con i loro superpoteri e la prima cosa che pensi è che sto tizio voli usando la forza del magnetismo? Che poi, capisco Magneto, che è catzuto, che ha i suoi superpoteri, eccetera, ma che razza di batteria ci vuole per creare dei magneti che tengon sospesi sto vecchiaccio?
Cioè, io basisco: è proprio l'ultima cosa a cui avrei mai pensato. Però alla fine, Stan Lee ha fatto i milioni con queste idee, mentre io son qui che ne parlo a tempo perso. Mi sa che alla fine aveva ragione lui.

La seconda storia inizia con una title page in cui assistiamo ad una scioccante rivelazione: Tinkerer è uno degli avversari più pericolosi incontrati da Spiderman. Cioè, finora ha avuto a che fare con un ladruncolo, con quella pippa del Compagno Camaleonte e con il vecchiaccio volante di cui sopra. E che ci vuole per essere più temibile?
Ma giusto per contestualizzare un po' la storia.
Peter Parker è a scuola che gioca a fare il piccolo chimico. Arriva il preside che gli propone di cooperare con un famoso scienziato durante il weekend. Gratis. Per la gloria del nome. La gloria del Professor Cobbwell. Hai detto niente.
Ora, o si tratta del solito sfruttamento minorile non retribuito, oppure al Prof Cobbwell piace portarsi a casa i giovanotti nel weekend con delle scuse banali. Invece di mostrare la sua collezione di farfalle, mostra la sua collezione di transistor. Meglio non pensarci troppo su.
Ovviamente, l'ingenuo Peter è entusiasta, perchè attratto dalle lusinghe del posto fisso, ignaro della vita di precariato che lo attende.
Per far capire subito quale sarà il ruolo di Peter come assistente, il professore gli dice di andargli a fare le commissioni "Va a prendere la radio che ho portato a riparare". Visto che ci sei, comprami anche il caffè. E pure gli elettrodi per saldare il legno, un secchio di corrente e lo stampo per la mortadella. E che sia chiaro, queste cose le offri tu.
Peter, da sottomesso qual è, va a ritirare la radio ("Dai Peter, che magari poi balliamo un lento insieme…" Brrrr!). Il suo versatile senso di ragno (che sembra più un'antenna, disponibile anche nella versione con GPS dal prossimo ragno radioattivo) sente delle strane interferenze elettriche, ma decide di ignorarle e le bolla come paranoia, tanto, cosa vuoi che possa mai fare questo simpatico vecchino tanto gentile (anni si Scooby Doo pensaci tu non hanno insegnato niente alle nuove generazioni? NIENTE?).
Arrivato nell'appartamento del professore, Peter si aspetta almeno di guardare il vecchiaccio fare qualcosa, giusto così, almeno da fare il servitore per imparare qualcosa. E invece, il professore, così carico di lavoro da chiedere aiuto a degli studenti delle superiori durante il weekend, beh… se ne va, perchè ha di meglio da fare. Al posto di PP, io me ne sarei andato all'istante sbattendo la porta o almeno mingendo su una parete, invece Peter, accondiscendente, rimane lì in casa (cioè, da solo! Il vecchio si porta un adolescente estraneo in casa e lo lascia lì da solo! A sto punto mettigli già il portafoglio sul tavolo con un post-it con su scritto "Prendimi" e mettigli le riviste zozze vicino al water con un pacchetto di fazzoletti).
Sentendo le stesse interferenze magnetiche che aveva captato nel negozio (nonostante la radio spenta), l'Uomo Ragno decide di capirne di più e va in perlustrazione.
Il simpatico vecchino in realtà è in combutta con degli alieni che hanno una strategia vincente, che guarda.
Sistemano gli apparecchi elettronici delle persone in ruoli chiave e dentro ci mettono delle spie. Ma come fanno a farsi portare gli apparecchi da riparare? Occhio che arriva la genialata: fanno pagare pochissimo le riparazioni. Cioè, è geniale! Quando arrivo a casa controllo tutte le porcherie che ho comprato dai Cinesi, vedi mai che stanno copiando la strategia.
Vabbè, Spidey si fa beccare, colluttazione, lo stordiscono e invece di ammazzarlo che fanno? Lo mettono in una gabbia ermetica, aspettano che si risvegli e poi lo vogliono far morire soffocato facendo uscire l'aria. E mentre fanno uscire l'aria, manco lo controllano. Se questi sono gli alieni che ci vogliono invadere, a calci in culo al loro pianeta li rispediamo!
Spidey si libera, altra collutazione, un colpo accidentale colpisce il super pc che fa un super incendio, fumo dappertutto, Spidey si salva e gli alieni scappano con la loro astronave.
Spidey torna a casa del prof, giusto in tempo per il ritorno dell'uomo. Cioè, ehi Peter, di tutto quel casino di cose che avevi da fare durante la mia assenza cosa hai fatto? Niente? Ma non ti preoccupare, io ho visto un UFO, pensa te. Però invece di raccontarlo a Studio Aperto o a Voyager, meglio che faccia finta di niente, sennò mi scambiano per un vecchio matto e mi tolgono il lavoro che mi mancano giusto quattro mesi per arrivare alla pensione, se l'INPS non mi fa qualche brutto scherzo.
Cioè, alla fine tutto è bene quel che finisce bene (se escludiamo il fatto che non vogliamo sapere cosa faranno Peter e il professore per scordarsi quella brutta storia degli alieni. "Peter, mi massaggeresti le tempie? Sono così sconvolto. Ecco, ora puoi passare alla schiena e ai genitali." Brrr!).

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Amazing Spider-Man #1

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Saltando l’arcinota genesi dell’Uomo Ragno (l’arcinoto Amazing Fantasy #15, che tanto so che leggerò a breve, chè non si può saltare), mi tuffo a capofitto nel mondo dell’arrampicamuri. In questo primo numero ci sono due storie.
Nella prima, intitolata laconicamente “Spider-Man”, si parla di, uh, Spider-Man.
Il povero Peter Parker, anche se ha appena acquisito i poteri per diventare il più figo dei supereroi, in realtà resta il solito sfigato che tutti coglionano dalla mattina alla sera (sarà perchè durante i compiti in classe non passa mai i bigliettini a nessuno, secondo me, altrimenti se lo terrebbero buono e non lo sfotterebbero frontalmente come fanno tutti). Sfigato socialmente e anche quasi un barbone: sua zia May si inventa le scuse più assurde per tardare il pagamento dell’affitto. Peter, invece di prendere a calci in culo il padrone di casa ed esigere un trattamento di favore (chè negli USA mica c’è l’usanza del pizzo come da noi), pondera una rapina in banca (che non commette, chè se lo beccano la zia May ci sta più male che se si droca), ma va a finire che torna a fare il lottatore.

Alcuni compagni di classe, mossi da infinita compassione per un ragazzo così sfigato lo invitano a vedere il match e lui spiega (a se stesso) l’ovvio: “Farei proprio fatica a stare contemporaneamente in platea e sul ring”. Sì, vabbè, ma inventati qualcosa, non abbassare lo sguardo come se la tua massima prospettiva per la serata fosse quella di ammazzarti di pippe guardando i filmini zozzi (osèt, come dicono i francesi).
Terminato il combattimento, P.P. va a farsi pagare, ma l’organizzatore di combattimenti clandestini gli dice che per motivi di contabilità il denaro deve essere tracciato e deve essere fatto un assegno (che negli USA mica c’hanno la finanza creativa come da noi, che se gli arriva la Finanza non può più organizzare i combattimenti tra i cani e le corse di tartarughe importate clandestinamente dall’isola di Pinta, Galapagos). Il cervellone dimostra un’astuzia che deriva da anni e anni di studi: visto che non posso rivelare la mia identità segreta, farò fare l’assegno a nome di Spider-Man. Ovviamente in banca lo deridono (dopo avergli chiesto un documento) e Peter si ritrova senza soldi (ovviamente non pensa a nessun modo per intascare i soldi giustamente guadagnati – chessò, tipo trovare un barbone e offrirgli una cena purchè gli faccia da prestanome).

Intanto la zia May va a impegnare gli ori di famiglia per pagare le bollette. Inoltre JJJ (Jonah J. Jameson, di cui la J. puntata sta per JonahJameson, donandogli il raffinato nome completo di Jonah JonahJameson Jameson e, no, non è parente di Jenna Jameson [che potrebbe farsi chiamare Jenna J. Jameson]) scatena una macchina del fango contro Spider-Man che neanche Libero e il Giornale messi assieme (che bel giornale deve essere il Daily Bugle).
Insomma, le cose non vanno proprio per il verso giusto.
PP per distrarsi va a vedere il lancio di un razzo spaziale pilotato da John Jameson (cioè, io se fossi in lui, un cazzotto a mio padre gliel’avrei dato per la scelta del nome, peraltro così diverso dal suo…). Sembra che vada tutto bene, ma poi non va più tutto bene.

Insomma, l’Uomo Ragno risolve la situazione rubando un aereo e salva il figlio di JJ, ovvero il figlio di JJJ (che casino con le iniziali).

JJJ, che non si dica che non ha il cuore tenero, per tutto ringraziamento pubblica una bella prima pagina sul Daily in cui dice che fa tutto parte di un complotto giudaicomassonicocomunista dell’Uomo Ragno per sembrare buono e invece non lo è, è un traditore della patria, un rutto della società, un cesso. E pensare che ha salvato suo figlio! Figuriamoci cosa avrebbe scritto se non ci fosse riuscito!

 

Nella seconda incontriamo tale Peter Palmer che non sa come sbarcare il lunario. Strano, ha gli stessi problemi e un nome molto simile all’alter ego dell’arrampicamuri. Salta fuori che per questa storia, Peter Palmer È l’Uomo Ragno. Realtà alternativa? Storia fuori continuity? Refuso Reiterato (questo potrebbe essere un buon nome per un personaggio Marvel)? Alla fine, a noi non ce ne frega una peeppa. Andiamo subito al cuore della storia. Tanto per rendere chiaro fin da subito che la Continuity Marvel sarebbe diventata un mostro che spaventa i bambini (“Guarda che se non fai il bravo ti obbligo a imparare la Continuity Marvel” “No, mamma, farò il bravo” “E non solo quella di Terra-616, ma tutte!” “NOOOOOOOOOO!!!”) e che bisognava comprare TUTTO quanto uscito dalla casa delle idee pur di tenere il passo e capire quello che succede ai personaggi, L’Uomo Ragno decide di unirsi ai Fantastici Quattro. Per contattarli decide di introdursi nella loro Base Segreta (un appartamento al decimo piano in periferia dove convivono come degli immigrati clandestini -e no, non ho scritto da nessuna parte “come cinesi”-). Spider Man gioca un po’ con i FF, fino poi a confidar loro che voleva umilmente mostrar loro le sue immense capacità e unirsi al gruppo per prendersi quattro soldini. I FF, imbarazzati, gli spiegano che loro lavorano gratis e che tutto quello che guadagnano lo impiegano nella ricerca (ma se lavorano gratis, vuol dire che nella ricerca impiegano l’equivalente di quanto fa lo stato italiano? – frecciatina gratuita). E poi, no, non si può unire a loro, sennò sembra che i FF non conoscano l’algebra di base. Son Fantastici Quattro perchè son più di tre, ma meno di cinque. Sconsolato, l’arrampicamuri se ne va e incontra il suo primo nemico mascherato (lasciamo perdere come avviene l’incontro: il malvagio usa una macchina tarata su frequenze che solo il senso di ragno dell’arrampicamuri può captare… ecco, appunto. Vado dal ferramenta e gli chiedo: “Sì, dunque, vorrei un trapano, una smerigliatrice e una di quelle macchine con la frequenza tarata sul senso di ragno, ha presente, no?”). In realtà è tutta una trappola: il perfido Camaleonte ruba i piani segreti (ma quanti cacchio di piani segreti ci sono in giro per le prime storie Marvel?) per darli ai comunisti mangiapreti ammazzabambini emiliani anticapitalisti togherosse e lasciare le colpe all’Uomo Ragno. Spidey prima ci casca, poi insegue ‘sta specie di Arturo Brachetti senza ciuffo ridicolo e con l’animo malvagio, lo picchia aiutato dai poliziotti, rischia di essere arrestato, strappa la giacca del Brach… del Camaleonte travestito da poliziotto, fa arrestare il Camaleonte.
Tutto sto casino, e Peter Palmer (Realtà alternativa? Storia fuori continuity? Refuso Reiterato?) non ha risolto niente: è ancora al verde.
Pensa quasi quasi di andarsi a prostituire lungo i viali con un atteggiamento degno di un superuomo tutto pieno di superpoteri: si (super)lagna col destino (non il Dottor Destino) perchè gli vanno tutte storte.

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