Monthly Archives: February 2012

Doctor Who S04E11 – Turn left

Il Dottore e Donna sono in questo posto esotico che mi ricorda il quartiere cinese di una periferia urbana. I due si separano e Donna viene invitata a farsi leggere la mano (niente battute sul fatto che la chiromante inizia dall’indice). In realtà, la sensitiva è malvagia (lo si capisce dall’espressione dei suoi occhi). Donna (inteso come femmina adulta, mica sa come si chiama), dimmi il tuo passato, che io ti prevedo il futuro. Sì, certo, come no. E magari se ti dico anche il numero della mia carta di credito riuscirai a prevedere i numeri del lotto.
Comunque, ormai Donna è lì seduta, vuole andarsene ma sto scarafaggio di plastica gigante (che vince il premio di effetto speciale più pezzente che io abbia mai visto) si attacca alla sua schiena e cambia la sua vita, in modo che non incontri mai il Dottore. Per fare ciò, fa in modo che giri a destra invece che a sinistra. Ora, lo insegnano anche alle elementari che votare a destra lo si fa con fegato, votare a sinistra lo si fa con il cuore, votare al centro si fa con l’ano, ma Donna ignora la saggezza popolare e svolta a destra. Vista la curva che ha fatto, il Dottore muore (so che sembra che manchi il nesso causale, ma c’è tutta una serie di passaggi che… oh, insomma, lei gira a destra e lui muore, ok?). La cosa rilevante è che non basta che il Dottore muoia, ma nel giro di un paio d’anni succede il finimondo: alieni, ospedali volanti, lardo che cammina…. insomma, tutte le cose che abbiamo visto nel corso delle stagioni precedenti. Solo che stavolta, mancando il Dottore, muore tanta gente. Ma tipo quasi tutto il mondo. Per fortuna Rose torna per spiegare a Donna che deve girare a sinistra. Donna non è che ci capisca molto, ma poi vede il bacherozzo di plastica sulla sua schiena e capisce che deve fare qualcosa. Torna indietro nel tempo e finisce sotto un camion. Lei muore e quindi gira a sinistra. Chiaro, semplice e lineare (anche qui il nesso causale… vabbè, chissene, ormai siamo alla fine). Prima che Donna muoia, Rose le sussurra all’orecchio “Bad Wolf”. Al che le stelle iniziano a spegnersi come lampadine (non è andata proprio proprio così, ma semplifico). Insomma, quando lei riferisce al Dottore (che nel frattempo non è morto) questa cosa, si presagisce l’inizio della fine. Della fine della quarta stagione.
Ah, per chi se lo chiedesse, il bacherozzo di plastica poi muore.

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Doctor Who S04E10 – Midnight

Il Dottore lascia Donna in una beauty farm e va a farsi un giretto in aereo. Solo che non è il classico giro in aereo, ma un viaggio su un’astronave per vedere sta cascata di diamanti (non stiamo parlando del film di James Bond). Salito a bordo, il Dottore punta a fare amicizia con i passeggeri della navetta.
Dopo un po’, son tutti lì che ridono e scherzano, che si raccontano i fatti loro, ci mancherebbe giusto un tè con i biscotti, ma la twinings non arriva fino a lì. In realtà, sono tutti un po’ costretti a socializzare, perchè il Dottore ha mandato a ramengo le proiezioni previste e la gente non può manco guardare dal finestrino, perchè tutto il pianeta è inondato di raggi che non si può guardare fuori sennò muori. In seguito poi scopriamo invece che non è del tutto vero. Se guardi fuori dal finestrino per più di cinque minuti muori (un po’ come quando guidi in autostrada). E insomma, succede un guasto (no, perchè, c’è ancora qualcuno convinto che il Dottore non sia un enorme catalizzatore di sfiga?). La navetta si ferma, chiamiamo i soccorsi, arrivano tra un’ora e peròa me viene l’ansia. E se i soccorsi non arrivano, e se finiamo l’aria, e io ho finito le batterie del mio aipod e non mi posso ascoltare le mie canzoncine emo che sono tanto deprimenti ma anche tanto poetiche e romantiche e cucco come voi ve lo potete solo sognare, anche se le ragazze che ci stanno con me dopo che me le sono bombate vogliono solo tagliarsi le vene ma non è colpa mia.
Insomma, scatta il panico. Ma non è nulla in confronto a quello che succede quando qualcuno bussa alla porta. E non si tratta mica del merlo che fa me (se la mucca fa mu, il merlo deve fare per forza me). Noooo. Si tratta di sta cosa che nessuno può vedere, però insomma, prende possesso del corpo di questa signora di mezza età. Che resta lì in castigo a guardare un angolo, finchè la gente non inizia a parlare. E questa che fa? Da perfetta aliena (aliena alle buone maniere, direi io), invece di rispondere, si mette a ripetere quello che le persone dicono. Oh, ma ripete proprio tutto. E ad un certo punto, ripete le cose in sincrono con le persone che stanno parlando. E riesce a dire anche il pi greco fino a tipo la milionesima cifra decimale (come fa il Dottore). Che fin qui è anche facile. Proviamo con le cifre decimali di phi, o della e di Nepero e poi ne parliamo. E poi ne parliamo. No, ok, questo qui non ha voglia di parlare, solo di ripetere le cose. Che poi ad un certo punto parla solo con il Dottore. Che degli altri non gliene frega più niente e ripete solo quello che dice lui. Ma poi, la cosa difficile è che dice le cose prima di lui. E il Dottore è tipo costretto a ripetere tutto. E insomma, la gente è nervosa, vuole sbattere qualcuno fuori dalla navetta per sentirsi più tranquilla. Tutti pensano che l’alieno cattivo sia passato dalla donna di mezza età al Dottore, che sta quindi per essere disintegrato. Poi, però la hostess capisce il barbatrucco e butta la donna di mezza età con l’alieno e anche lei stessa medesima allegata fuori. Risultato: hostess che nessuno sa come si chiama – disintegrata; donna di mezza età – disintegrata; alieno cocorita: fuori dalla navetta (ma non si sa se disintegrato o no). Che poi è tutto un sentirsi in colpa per voler buttar fuori la gente innocente e il Dottore fa un cazziatone sul fatto che nessuno sa il nome della hostess. Che, oh, quando all’inizio presentano le hostess e loro fanno il balletto dei giubbottini di salvataggio, la gente mica è attenta. Morale della favola: al prossimo volo imparate i nomi delle hostess.
Morale della favola 2: se volete stupire i vostri amici, ripetete quello che dicono prima che lo dicano effettivamente.
Morale della favola 3: se provate a stupire i vostri amici con il sistema di cui sopra, non stupitevi se vi buttano fuori dal finestrino.

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Batman – The killing joke

Non avevo mai letto una storia di Batman. Inizio con questo volume che spiega le origini del Joker. Beh, semplicemente, un capolavoro.
La vicenda  inizia con la pioggia che cade e Batman che va all’Arkham Asylum  a parlare con il Joker. Sai che c’è? se continuiamo così, uno dei due si farà molto male. Tipo tu. Ma potrei anche essere io, eh. Ma preferirei fossi tu. Nell’incertezza, smettila di fare il pirla, così nessuno si fa male (a parte te). Tutte ste belle parole, ma poi Batman perde la pazienza perché il Joker non lo caga e continua a farsi il suo solitario (non quel solitario, giuoca con le carte, porcelli). Insomma, in un attimo si rende conto che ha aperto il suo cuore ad un travestito (non come intendete voi, porcelli, ma da uno mascherato da Joker, da un impostore, insomma). Gli girano parecchio, perché se al posto del Joker c’è un altro in cella, vuol dire che al posto dell’altro fuori dalla cella c’è il Joker. E siccome è un tipo abbastanza schizzato, il buon Batman se ne esce e lo va a cercare. Nel frattempo, il commissario Gordon torna a casa e giuoca a ritagliare le foto e gli articoli dai giornali. Sua figlia Barbara gli prepara un caffè, quando suonano il campanello. Sono le amiche di yoga? Secondo voi? Questa è una storia di Batman, mica una puntata dei Robinson. Lei apre la porta e -SORPRESA!- c’è il Joker. Che non è che stia tanto lì a menarla per le lunghe, prende e le spara (tra l’altro, danneggiandole la colonna vertebrale). Ridotto all’impotenza il commissario Gordon con l’aiuto dei suoi scagnozzi (non impotenza nel senso che intendete voi, porcelli, ma nel senso di incapacità di far danni), decide di fare delle foto a Miss Barbara. Che di per se non sarebbe male. Se non che le foto che le fa sono di lei ignuda che si contorce dal dolore (e presumibilmente di lei che viene stuprata).
Nel frattempo il Joker porta il commissario Gordon in un luna park e gli fa fare un giro in giostra, in modo che possa vedere le foto da lui scattate. Cioè, mica ai tempi c’era Tumblr, uno se ti voleva far vedere delle foto artistiche doveva comprare un luna park abbandonato e proiettare le foto in una delle giostre.
Il Joker vuole dimostrare una sua teoria: che una giornata storta (ma moooolto storta) è sufficiente a far perdere la ragione ad un uomo.
Ehi, ehi, aspetta, ci sono! Ecco il senso dei flashback! Anche lui è diventato pazzo a seguito di una giornata moooolto storta (perde il lavoro-gli muore la moglie-lo obbligano a commettere un crimine-rimane permanentemente deformato, bianco [albino direbbero alcuni, alpino direbbero altri -che si sbagliano-] e coi capelli verdi [ce lo ricordiamo tutti a chi era dedicata “non piangere salame dai capelli verde rame”]).
Arriva Batman, lo mazzuola e gli dice che il commissario Gordon mica è impazzito. Non è colpa della giornata storta, è colpa del Joker, che ha la spina dorsale fatta di ricotta.
Conclusione con una barzelletta e Batman che ride anche.
Pioggia.
Alan Moore spacca.

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Doctor Who S04E09 – Forest of the dead

E qui abbiamo la conclusione della storia dell’altra volta: le ombra non sono arrivate qui dal nulla, ma dalle spore presenti negli alberi usati per i libri. E la ragazzina che vedeva tutto, in realtà si è sognata una realtà tipo matrix in cui ha fatto un backup di tutte le persone del pianeta. Ma poi in realtà si scopre che è lei il pc, è lei Matrix. Poi vediamo anche che l’ incontro tra il Dottore e River è il primo per il Dottore e l’ultimo per River. Ok, pazienza. Tanto si incontrano di nuovo. Bye bye.

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Doctor Who S04E08 – Silence in the library

E insomma, c’è da dire che Moffat sa giocare bene con le paure ataviche dell’uomo: il silenzio, le ombre, l’oscurità, le frasi ripetute ossessivamente finchè non perdono di senso da voci impersonali, i bambini, le telecamere volanti, i sassi con la faccia umana. Ok, non tutte queste sono paure ataviche dell’uomo (embè, che volete? a me i sassi con la faccia mi inquietano), ma sono dosate splendidamente. Il Dottore e Donna nella biblioteca con tutti i libri dell’universo (ebook puppate), ma ci sono delle ombre che mangiano le persone, una bambina che vede la situazione nei suoi sogni (e alla TV), arriva della gente vestita da astronauta, tra cui River Song, un’archeologa che ha incontrato il Dottore in precedenza (ma lui non ha ancora incontrato lei – Relic Hunter puppa), alcuni dei tipi vestiti da astronauti vengono magnati vivi da queste ombre (Apollo I puppa). Ah, verso la fine Donna ci resta di sasso (ma la faccia resta la solita). E intanto uno zombie-ombra-astronauta insegue il Dottore e i suoi amici. Ok, mancano solo pirati, ninja e robot e qui si raggiunge il top! Hangover!

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X-Men #5

X-men_vol_1_6

Il simpatico gruppetto di giovinastri deformi e reazionari noto come X-Men viene ritratto in uno degli scenari casalinghi ad essi più consono: Jean Grey prepara una torta e aspetta in cucina per spreparare, mentre gli altri si ingozzano come maiali. Il professor X si complimenta con lei per la sua manina d’oro (con vaghi riferimenti a cosa gli piacerebbe fare con lei…), mentre gli altri esuberanti maschi in preda a crisi ormonale si sfogano strafogandosi di torta, che a loro mica gliene frega di diventare tutti ciccia e brufoli (che poi, se Bestia ha la forma fisica che si ritrova, un motivo ci dovrà pur essere).
Satolli e sdraiati sul divano a fare una gara di rutti grattandosi il pube mentre attendono che la loro servett… che Marvel Girl sprepari e rassetti la cucina (“Veloce, che poi c’abbiamo anche i calzini da rammendare”), al prof X viene in mente di Submariner. Ehi, sto coso qui con le branchie potrebbe essere un mutante! (Ma no, anche mio cugino Piero ha le branchie e puzza di pesce, mica occorre essere mutanti…)
Casualmente, nello stesso momento, anche a Magneto viene in mente di reclutare sto Namor. Con i suoi potenti poteri mentali lo convoca nella sua isoletta privata (e chi di noi non ne ha una?) per farlo unire alla sua congrega di sfigati.
Namor però è un po’ un lupo solitario, non gliene frega molto di abbassarsi a lavorare per un tipo con un secchio in testa, che poi c’ho anche da fare e nel mio ristorante specialità pesce sono un qualcuno.
Ovviamente cambia idea nel giro di tre secondi (una vignetta) quando prende un colpo di fulmine da Scarlet Witch. Mica prende un colpo di fulmine per lei, ma DA lei.
Intanto la congrega degli X-Men arriva sull’isola per convincere Namor ad unirsi a loro (che adesso, nel giro di un numero si passa da “e chi cacchio è sto Namor” a “ehi, non possiamo più stare senza di lui”).
Ma il buon Namor è intrippato con Scarlet Witch e quindi mazzuola i mutanti buoni.
Intanto gli X-Men riescono a far prigioniero il clone Marvel di Flash e il team di Magneto si rifugia nella stanza rifugio, al sicuro da tutti quanti. Risponde male a Scarlet Witch e Namor si risente un po’.
In quel frangente Toad  rassicura Magneto, dicendo al suo capo/padrone che non se ne fanno niente del clone Marvel di Flash, né di quella topa di Scarlet Witch. Lui ha la completa fedeltà di quel becchino che ha lo stesso nome di un noto gioco da tavolo (peraltro pallosissimo) e di quel gran pezzo di mutante che è Toad.
Ora, apriamo un attimo una parentesi: che utile il potere mutante di Toad! Lui sì che è indispensabile alla causa! Cosa fai? Beh, io salto. Cioè. Neanche un Fosbury qualsiasi. Cioè, io posso saltare qualsiasi cosa: i pasti, gli allenamenti, gli ostacoli, la pausa pranzo, le ferie, posso fare i turni di dodici ore, ti prego Magneto tienimi in considerazione.
Ma Magneto, giustamente, se ne fotte e pensa che tanto alla fine è lui a mandare avanti la baracca.
Poi, ignorando platealmente quella famosa storiella della volpe e dell’uva, dice che tanto alla fine lui è più forte di Submariner e quindi non ha bisogno di lui.
Seguono un po’ di mazzuolate, gli X-Men liberano Quicksilver e gli lasciano riunirsi con sua sorella, Namor torna al mare (che poi ho sentito che è tutta una finta: lui preferirebbe la montagna, ma la morosa vuol sempre andare a Sottomarina), la Confraternità della Malvagità Malvagia scappa e gli X-Men concludono dicendo che tutto sommato hanno perso tempo, ma va bene così. A Marvel Girl le rode che gli altri guardino le tette di Scarlet Witch (epperò, che PITA [pain in the ass -> pigna nel culo] che è; non la dà a nessuno, ma pretende che tutti facciano i maniaci solo con lei), ma Ciclope fa subito lo zerbino dicendole che lei è la più migliore. In sostanza, è successo qualcosa? Uhm… direi proprio di no.

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Doctor Who S04E07 – The Unicorn and the wasp

Il Dottore+Donna+Agatha Christie+Cluedo+vespa gigante (non il motorino)+un ladro+una trama da romanzo giallo+avvelenamento (risolto con un mimo e un bacio)+accoppiamenti interrazziali (e interplanetari)+uomo che si finge paralitico ma che poi si alza quando lo scoprono, ma in realtà non lo scoprono=scorpacciata di divertimento.

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Doctor Who S04E06 – The Doctor’s daughter

Il Tardis trascina il Dottore, Donna e Martha in un punto imprecisato nello spaziotempo (spaziotempo è una di quelle parole che ti fa sentire figo e contemporaneamente azzera ogni possibilità di contatti con l’altro sesso). Si trovano di fronte un esercito di persone armate che con la forza fanno partorire il Dottore (detta così la cosa fa anche abbastanza schifo, ma si tratta di partenogenesi spontanea, cioè lo clonano ma ricombinando le cellule in modo che venga fuori una cosa diversa. Confusi? E pensare che finora si sono viste cose ben più improbabili). Comunque, dal dottore esce questa sgnaccherona bionda che pare essere sua figlia. Fun fact: recentemente Tennant e sta tipa si sono sposati. Chiamalo scemo! Complesso di Elettra, ci fai un pippone. Torniamo alla storia. La macchina usata per far partorire il Dottore, in realtà, oltre a far partorire anche i maschi, offre un comodo servizio di programmazione dei nascituri: chi esce ha già l’imprinting del soldato. Il Dottore esprime il suo dissenso per sta cosa, ma all’improvviso degli uomini pesce che respirano e parlano facendo gorgogliare dei contenitori attaccati alla loro faccia (il rumore dell’infanzia! quando con la cannuccia soffiavi nel bicchiere d’acqua facendo i tuoi primi esperimenti protoscientifici! e gli scoppellotti dei genitori, chè sei mica un selvaggio, ma sei un ometto!) e rapiscono Martha. La figlia del Dottore (quella che faceva all’amore con le civette – squallida storia di zoofilia trasformata in una filastrocca) fa crollare il tunnel. Il Dottore si fa spiegare la situazione. Che, in realtà, c’è poco da capire. Uomini-uomini contro uomini-pesce. Guerra. Chi vince, vince (tempera?), chi perde, muore.
Tutti cercano sta sorta di sorgente originaria, che non si sa bene cos’è, che però se la trovi prima tu vinci (tipo come nella caccia al tesoro).
Però il Dottore è contrario a guerra-morte-distruzione. E allora l’esercito vuole farci la guerra-morirlo-distruggerlo. A lui e alle sue due compagne (Donna e Jenny – la figlia del Dottore). Considerata la situazione il trio si mette a correre. Che subito il Dottore mica voleva portarsi dietro sua figlia, vista la sua scarsa simpatia per i soldati. Però Donna gli fa sentire i due cuori, lui le guarda le tette e la frittata è fatta.
Nuovo membro stabile del team Dottore & friends? Spoiler: no.
Intanto Martha fa amicizia con sti uomini pesce (che la toccano in maniera decisamente voluttuosa – e pare che Martha volesse testare le voci che girano in merito alla renga [chi è veneto capisce la sottile allusione]) e corre anche lei a cercare sta sorgente primaria.
E insomma, in un pim pum pam, si scopre che la sorgente primaria mica è un’arma, ma una sorta di fertilizzante cosmico (letame gassoso?) per far rifiorire il pianeta, popolato da circa una settimana. Il generale dell’esercito degli uomini-uomini non prende molto bene la cosa e spara alla biondona Jenny, che muore. Il Dottore se ne va con le altre due sue amiche (per lui “Three is a crowd” è solamente un riferimento al numero di partner sessuali che riesce a gestire contemporaneamente) e riporta a casa Martha. Intanto, nel punto imprecisato dello spaziotempo dove il tutto era ambientato (l’ho già detto che pronunciare spaziotempo in una frase mentre si parla col gentil sesso equivale a rompere uno specchio? [non per i 7 anni di sfortuna, ma perchè poi con i pezzi di vetro ti puoi pure amputare le gonadi, tanto non le userai mai più]), gli uomini uomini e gli uomini pesce fanno il funerale a Jenny, che è morta. E invece no. Questa si risveglia, ruba l’astronave e vola via, verso nuovi orizzonti e verso nuovi spin-off che non sono stati prodotti. Addio Jenny.

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Doctor Who S04E05 – The poison sky

Lo scherzetto che i Sontaran vogliono fare ai terrestri non è quello di avvelenare tutti, ma quello di trasformarli in cibo per i Sontaran stessi. Che birbe! Nel frattempo Donna si ritrova con tutto il Tardis nell’astronave dei Sontaran. Il Dottore la istruisce telefonicamente per sabotarli, nonostante il clone di Martha che cerca di circuire tutti. Momento citazionistico epico: il Dottore indossa la maschera antigas e chiede: “Are you my mummy?”. E già lì ho fatto venir giù il soffitto.
Insomma il Dottore riesce a eliminare il gas che avvolge l’intero pianeta. Si teletrasporta nell’astronave dei Sontaran per offrir loro un’ultima possibilità di scegliere tra la resa e la morte.
Con un twist of plot inaspettato (ma davvero? a metà stagione il Dottore che muore?) viene sostituito dal secchioncello della scorsa puntata, che si sacrifica e salva il pianeta. Pronti per nuove avventure!

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Doctor Who S04E04 – The Sontaran stratagem

Alla fine della terza serie lacrime e vesti strappate per la separazione tra Martha e il Dottore. Dopo neanche tre puntate lei già sente la sua mancanza e lo chiama. Gli è che ci sono stati 52 morti nello stesso momento. Ora, in realtà secondo me muoiono sempre una cinquantina di persone al secondo (e quindi contemporaneamente), ma che ci vuoi fare, alla UNIT c’hanno occhio per le cose particolari. Sti morti stavan tutti guidando delle macchine con un navigatore super fichissimo che toglie anche le emissioni atmosferiche. Il problema è che ogni tanto dà di matto. In due parole, un pseudo genietto è stato contattato dai Sontaran (gli alieni con la testa di patata e l’accento scozzese) per diffondere questa tecnologia.
Il Dottore collabora con lo UNIT per capire cosa succede, rifiuta il saluto militare, esprime il suo dissenso per le armi, risolve problemi.
Sotto la fabbrica dell’ATMOS intanto i Sontaran soggiogano un paio di soldati e riescono a rapire Martha per clonarla.
Situazione preoccupante, ma nessun problema: c’è la valvola di sfiato dei Sontaran. Ora, anche la Signora in Polenta e Computer mi dice che la sua debolezza è la mia valvola di sfiato, che emette dei miasmi intergalattici.
Comunque, non divaghiamo, perché i Sontaran stanno per mettere in atto il loro piano diabolico, che però non si capisce bene quale sia. Hangover!

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