Ed oggi, per la serie “libri che se non sei genitore neanche ci pensi che esistono altro che metterti a leggere ste robe – epperò quando diventi genitori certi temi ti fanno pensare e insomma ti vuoi un po’ informare un po’ perché vuoi bene a tuo figlio e un po’ perché non vuoi sentirti l’unico ignorantone che non conosce l’argomento” (serie che, per praticità, chiameremo lchsnsm… no, ‘spetta, lcsnsgncpceamc… no, vabbé, per comodità chiameremo questa serie Gaetano), il titolo più famoso di Lucio Piermarini.
I miei piccoli amici da casa malignamente potrebbero dire “e figuriamoci gli altri”, ma so che si limiteranno ad un più criptico “estica…”.
Lucio Piermarini è un pediatra che, ad un certo punto della sua vita, è stato folgorato sulla via di Damasco: da pediatra con approccio tradizionale sullo svezzamento a paladino dell’autosvezzamento (ormai è un concetto che do per scontato, ma meglio chiarire: lo svezzamento di un bambino è il periodo in cui i genitori iniziano a dargli cibo oltre al latte materno).
La tesi è che a partire da circa sei mesi i bambini possono magnare tutto quello che magnamo noi (unica eccezione: alcolici, che non vogliamo che i più giovini inizino fin da subito a divertirsi).
Unico accorgimento: fare dei pezzetti ragionevolmente piccoli finchè non masticano. Le sbobbe insipide e gli omogeneizzati non servono a nulla se non a creare un finto mercato dei bisogni.
Toh, più anarchico dei Sex Pistols.
E a tutte le obiezioni che una persona assennata può sollevare risponde più o meno: mangia meglio tu adulto e così farai mangiar bene anche tuo figlio.
Ma dai da mangiare a tuo figlio anche la frittura?
E lui risponde: mangiane poca. Fa male a te, fa male al pargolo. Se ne mangi poca non ci sono problemi.
Ma e anche la pepata di cozze?
E lui risponde: mangiane poca. Fa male a te, fa male al pargolo. Se ne mangi poca non ci sono problemi.
Ma e anche la cucina cinese?
E lui risponde: mangiane poca. Fa male a te, fa male al pargolo. Se ne mangi poca non ci sono problemi.
Ma e anche il liquido per le batterie?
E lui risponde: mangiane poco. Fa male a te, fa male al pargolo. Se ne mangi poco… Ehi!
Scherzetto! Era per vedere se dici sempre e solo la stessa cosa.
Interessante anche lo studio dell’etimologia della parola svezzamento, cioè togliere un vezzo (come se la richiesta di tetta fosse un vizio e non una necessità – e io sono d’accordo al 100%! che sia chiaro, per i bambini di tutte le età!).
Il concetto di fondo è piuttosto semplice, in teoria sembra di facile applicazione (anche se mancano delle ricadute pratiche). Indubbiamente va reso merito a Piermarini di far passare in modo praticamente trasparente il messaggio (e per un testo divulgativo direi che è la massima delle ambizioni), però lo fa con un italiano stentato che delle volte si rende veramente illeggibile.
Ci sono poi delle scenette di pseudo vita reale espresse sotto forma di dialoghi che onestamente fan venire il latte alle ginocchia (per essere garbati – l’ho detto che voglio diventare una persona a modo?).
Consigliato? Diciamo che è un prodotto fortemente mirato. Se ciò di cui ti ho parlato ti ha interessato, allora puoi anche provare a leggerlo (ma, alla fin fine, non è che dica moltissimo di più).
A me comunque non spiace averlo letto.
In appendice un commento ai disegni di Panizon che decorano il libro. Costui si definisce un artista che nel tempo libero si dedica alla pediatria. Ecco, gli do un consiglio: fa’ il pediatra a tempo pieno, va’, che è meglio.